“Non è possibile rendere felice il genere umano tutto insieme. Quella per la salvezza del mondo è una battaglia che si combatte casa per casa.”
#leggiAMOlo è tornato e questa volta Valeria ha centrato il bersaglio! L'idea di leggere We Are Family di Fabio Bratolomei è stata sua. Di questo libro ne avevo già sentito parlare bene, ma non pensavo potesse essere una tale scoperta. Al centro di tutto (lo si capisce al primo momento dal titolo) è una famiglia, la famiglia Santamaria composta dalla bellissima Agnese, l'eccentrico Mario Elvis, la figlia Vittoria e il figlio geniale Almerico. Come lo si potrebbe intuire dai nomi (Elvis è un tributo al cantante, di cui il padre è un vero fan, al punto da chiamarsi e vestirsi come lui) è una famiglia un po' particolare che, nonostante le difficoltà economiche cerca di esser felice e di non far mancare nulla ai figli.
Il protagonista (che è candidato e possibile vincitore del Miglior Protagonista 2016) è Al. Lo conosciamo nel 1971 a quattro anni e lo seguiamo fino all'età adulta nel 2012. Già dal primo momento percepiamo la forza di questo personaggio definito dalla sua genialità non adatta alla sua età e dalla sua innocenza da bambino. È chiaro a tutti che l'intelligenza di Al è al di fuori della media e che da grande farà grandi cose. Sentendo parlare gli adulti, il bambino si convince che il suo obiettivo è sfruttare il suo dono per salvare l'umanità, ma prima di portarlo a termine è necessario che si occupi della sua famiglia. Ecco che lo vediamo combinarne di tutti i colori: dal segnare appunti sul suo diario di pelle (umana), all'aiutare la sorella a volersi bene, dal convincere il barista sotto casa a vendere il ciambellone di mamma in modo da avere un'entrata in più, al mettersi in macchina ancora bambino per cercare la casa promessa.
Al resterà uguale per tutto il romanzo, per un assurdo evento, emotivamente non crescerà mai, rimarrà sempre un bambino. Andando avanti con la lettura, a stupirci e a stonare non è più la sua intelligenza, ma la sua innocenza non adatta alla sua età. Il bello del personaggio e del romanzo è proprio lo sguardo infantile al mondo e alle difficoltà della vita. Il dono di Al, non è tanto la sua genialità, ma la sua capacità di vedere nelle avversità il lato positivo: un rettangolo di cemento senza pareti e porte all'interno, diviene la casa promessa, l'impossibilità di essere riconosciuti dal comune e poter avere la luce e il gas, diviene la spinta per fondare Il Principato dei Santamaria, uno stato indipendente dalla Repubblica italiana, con una propria costituzione, una propria bandiere, un proprio inno (We are family delle Sister Sledge) e una propria moneta (gli Elvis).
Come i personaggi che entrano a contatto con Al, Vittoria e il Principato dei Santamaria, anche il lettore viene coinvolto in questo mondo, contagiato dalla sua allegria, comprendendo che a volte puoi scordarti di essere la segretaria di un pezzo grosso o un genio salvatore e ricordarti che all'origine di qualsiasi cosa tu sia diventato, sempre e comunque, c'era un bambino.
Complimenti a Fabio Bartolomei (lo invidio) per aver creato un romanzo che a mio avviso è ben curato e ben costruito, con uno stile preciso e accattivante.
Consigliato a … Tutti gli adulti che si prendono troppo seriamente
Sconsigliato a … Nessuno
Note
Editore: Edizioni e/o
Anno: 2013
Questo romanzo mi ha entusiasmata per la sua comicità e per la semplicità con cui ci suggerisce di vivere la vita di tutti i giorni. Chissà Valeria come l'ha trovato... vado subito a leggere sul suo blog Robe da mamma, fatelo anche voi!
Con #leggiAMOlo ci vediamo il mese prossimo, il romanzo scelto è Terapia di Coppia per Amanti di Diego De Silva, l'avete letto? Lo volete leggere? Vi aspettiamo per commentarlo anche insieme a voi, non fate i vergognosi e dite la vostra!
Il protagonista (che è candidato e possibile vincitore del Miglior Protagonista 2016) è Al. Lo conosciamo nel 1971 a quattro anni e lo seguiamo fino all'età adulta nel 2012. Già dal primo momento percepiamo la forza di questo personaggio definito dalla sua genialità non adatta alla sua età e dalla sua innocenza da bambino. È chiaro a tutti che l'intelligenza di Al è al di fuori della media e che da grande farà grandi cose. Sentendo parlare gli adulti, il bambino si convince che il suo obiettivo è sfruttare il suo dono per salvare l'umanità, ma prima di portarlo a termine è necessario che si occupi della sua famiglia. Ecco che lo vediamo combinarne di tutti i colori: dal segnare appunti sul suo diario di pelle (umana), all'aiutare la sorella a volersi bene, dal convincere il barista sotto casa a vendere il ciambellone di mamma in modo da avere un'entrata in più, al mettersi in macchina ancora bambino per cercare la casa promessa.
Al resterà uguale per tutto il romanzo, per un assurdo evento, emotivamente non crescerà mai, rimarrà sempre un bambino. Andando avanti con la lettura, a stupirci e a stonare non è più la sua intelligenza, ma la sua innocenza non adatta alla sua età. Il bello del personaggio e del romanzo è proprio lo sguardo infantile al mondo e alle difficoltà della vita. Il dono di Al, non è tanto la sua genialità, ma la sua capacità di vedere nelle avversità il lato positivo: un rettangolo di cemento senza pareti e porte all'interno, diviene la casa promessa, l'impossibilità di essere riconosciuti dal comune e poter avere la luce e il gas, diviene la spinta per fondare Il Principato dei Santamaria, uno stato indipendente dalla Repubblica italiana, con una propria costituzione, una propria bandiere, un proprio inno (We are family delle Sister Sledge) e una propria moneta (gli Elvis).
Come i personaggi che entrano a contatto con Al, Vittoria e il Principato dei Santamaria, anche il lettore viene coinvolto in questo mondo, contagiato dalla sua allegria, comprendendo che a volte puoi scordarti di essere la segretaria di un pezzo grosso o un genio salvatore e ricordarti che all'origine di qualsiasi cosa tu sia diventato, sempre e comunque, c'era un bambino.
Complimenti a Fabio Bartolomei (lo invidio) per aver creato un romanzo che a mio avviso è ben curato e ben costruito, con uno stile preciso e accattivante.
Consigliato a … Tutti gli adulti che si prendono troppo seriamente
Sconsigliato a … Nessuno
Note
Editore: Edizioni e/o
Anno: 2013
Questo romanzo mi ha entusiasmata per la sua comicità e per la semplicità con cui ci suggerisce di vivere la vita di tutti i giorni. Chissà Valeria come l'ha trovato... vado subito a leggere sul suo blog Robe da mamma, fatelo anche voi!
Con #leggiAMOlo ci vediamo il mese prossimo, il romanzo scelto è Terapia di Coppia per Amanti di Diego De Silva, l'avete letto? Lo volete leggere? Vi aspettiamo per commentarlo anche insieme a voi, non fate i vergognosi e dite la vostra!