“ Ho pensato spesso, allora, che se avessi dovuto vivere dentro un tronco d'albero morto, senz'altra occupazione che guardare il fiore del cielo sopra il mio capo, a poco a poco mi sarei abituato. Avrei atteso passaggi di uccelli o incontri di nubi come, lì, attendevo le strane cravatte dell'avvocato e come, in un altro modo, aspettavo pazientemente il sabato per avere il corpo di Marie. In realtà, a pensarci bene, non ero dentro un albero morto. C'erano persone più infelici di me. Del resto era un'idea della mamma, e lei lo ripeteva sempre, che si finisce per abituarsi a tutto. ”
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Difficile dire che non mi sia piaciuto, ma è anche difficile dire che mi sia piaciuto. La verità è che sono rimasta indifferente, ed è proprio l'indifferenza a prevalere su Meursault (il protagonista) e su tutta la storia.
Andiamo con ordine cominciando dalla sinossi che, in breve, è questa: la madre di Meursault muore, e lui viene richiamato dall'ospizio per assistere ai funerali. Va e come è andato ritorna, riprende la sua vita di tutti i giorni fatta di routine e di apparente noia. Una domenica, su invito del vicino, si reca al mare dove per assurdo Meursault commette un crimine che lo porterà all'arresto.
La trama appare avvincente peccato che, fin dall'inizio, il punto di vista del protagonista, da cui è raccontata l'intera successione di fatti, sia totalmente e irrimediabilmente distaccato. Nessuna emozione traspare: né durante il funerale della madre, né negli attimi trascorsi con Marie, né nella frazione di tempo in cui spara a un uomo e nemmeno quando scopre di esser stato condannato a morte. Nulla. Meursault è talmente apatico da renderlo inevitabilmente distante anche al lettore, al punto che è stato impossibile per me affezionarmici e immedesimarmici. Fin dall'inizio ho atteso in lui una reazione che dimostrasse un attaccamento verso qualcosa o qualcuno, ma nulla.
Indifferenza, o meglio estraneità alla vita, ed ecco che il titolo originale ritorna: L'Étranger. Ammetto che dal titolo della traduzione italiana Lo Straniero, per me che non sapevo quasi nulla sulla trama di questo romanzo, mi aspettavo che venissero trattati tutt'altri temi, come ad esempio l'immigrazione. È solo procedendo nella lettura e confrontando il titolo originale ho capito che sarebbe stato più azzeccato e immediato intitolare il romanzo L'Estraneo. Sì perché Meursault è estraneo non solo al mondo, ma anche a sé stesso.
Andiamo con ordine cominciando dalla sinossi che, in breve, è questa: la madre di Meursault muore, e lui viene richiamato dall'ospizio per assistere ai funerali. Va e come è andato ritorna, riprende la sua vita di tutti i giorni fatta di routine e di apparente noia. Una domenica, su invito del vicino, si reca al mare dove per assurdo Meursault commette un crimine che lo porterà all'arresto.
La trama appare avvincente peccato che, fin dall'inizio, il punto di vista del protagonista, da cui è raccontata l'intera successione di fatti, sia totalmente e irrimediabilmente distaccato. Nessuna emozione traspare: né durante il funerale della madre, né negli attimi trascorsi con Marie, né nella frazione di tempo in cui spara a un uomo e nemmeno quando scopre di esser stato condannato a morte. Nulla. Meursault è talmente apatico da renderlo inevitabilmente distante anche al lettore, al punto che è stato impossibile per me affezionarmici e immedesimarmici. Fin dall'inizio ho atteso in lui una reazione che dimostrasse un attaccamento verso qualcosa o qualcuno, ma nulla.
Indifferenza, o meglio estraneità alla vita, ed ecco che il titolo originale ritorna: L'Étranger. Ammetto che dal titolo della traduzione italiana Lo Straniero, per me che non sapevo quasi nulla sulla trama di questo romanzo, mi aspettavo che venissero trattati tutt'altri temi, come ad esempio l'immigrazione. È solo procedendo nella lettura e confrontando il titolo originale ho capito che sarebbe stato più azzeccato e immediato intitolare il romanzo L'Estraneo. Sì perché Meursault è estraneo non solo al mondo, ma anche a sé stesso.
Ed è a questo punto che la mia vena da secchiona è venuta fuori: dovevo capire, sapere. Così, ho recuperato dai meandri della mia camera il libro di letteratura francese “utilizzato” alle superiori (dico “utilizzato” perché in verità con il programma non siamo mai arrivati ad aprire il tomo in questione, ed ecco spiegato perché non avevo ancora letto Camus e non ne sapevo nulla). Ho subito trovato i punti cardini che han fatto luce su questa lettura: l'esistenzialismo e la filosofia camusiana dell'assurdo.
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La prima è una corrente di pensiero che ha interessato l'arte, la filosofia e la letteratura e che ha indagato i problemi dell'essere, dell'indifferenza dell'individuo difronte agli orrori e all'assurdità della vita. Per Camus l'assurdo è la condizione alienante e reale dell'uomo.
Lo Straniero non sarà di certo uno dei libri che porterò con me, ma è giusto che lo abbia letto, essendo un tassello importante della letteratura francese e internazionale, in quanto Albert Camus è stato premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1957 e si spiega così l'edizione speciale Collezione Premi Nobel, 1957, trovata dalla nonna, su cui ho potuto leggere Lo Straniero.
Consigliato a … Chi vuole arricchire il proprio bagaglio culturale
Sconsigliato a … Chi ha problemi esistenziali
Note
Titolo originale: L'Étranger
Altri titoli: L'Estraneo
Anno: 1942, 1947 (Italia)
Esiste anche una versione cinematografica del 1967 di Luchino Visconti.
Lo Straniero non sarà di certo uno dei libri che porterò con me, ma è giusto che lo abbia letto, essendo un tassello importante della letteratura francese e internazionale, in quanto Albert Camus è stato premiato con il Nobel per la Letteratura nel 1957 e si spiega così l'edizione speciale Collezione Premi Nobel, 1957, trovata dalla nonna, su cui ho potuto leggere Lo Straniero.
Consigliato a … Chi vuole arricchire il proprio bagaglio culturale
Sconsigliato a … Chi ha problemi esistenziali
Note
Titolo originale: L'Étranger
Altri titoli: L'Estraneo
Anno: 1942, 1947 (Italia)
Esiste anche una versione cinematografica del 1967 di Luchino Visconti.