" E a questo punto dovrei dire la verità. Ovvero che io quelli che hanno una dipendenza li ammiro. In un mondo in cui tutti quanti non fanno altro che aspettare ciecamente questa o quella catastrofe, questa o quella malattia fulminante, chi ha una dipendenza perlomeno sa a grandi linee cosa lo aspetta dietro l'angolo. Ha assunto una parvenza di controllo sul suo destino, e la dipendenza fa sì che per questa persona il modo in cui morirà non sia un mistero. "
Se con Invisible Monsters Palahniuk aveva lasciato un segno, con Soffocare questo non è avvenuto e se è successo è accaduto solo lievemente. Perché? Ora provo a spiegarvelo.
Il romanzo non è facile né dal punto di vista della scrittura né dal punto di vista degli argomenti trattati. Il protagonista Victor Mancini è un uomo bloccato: ha abbandonato gli studi di medicina, ha un lavoro denigrante e una madre in una casa di cura. Il tutto condito da una sessodipendenza che non riesce a superare. Con un linguaggio schietto e scabroso l'autore ci descrive la sessualità “malata” del protagonista lasciando ben poco all'immaginazione.
Victor non è solo questo, è anche una persona che ha bisogno di sentirsi amato, di sentirsi indispensabile per gli altri e lo si percepisce ogniqualvolta al ristorante si lascia soffocare. Prontamente un volenteroso arriva a salvargli la vita. È un dono che Victor gli fa affinché cambi vita e modo di vedere sé stesso, non più uno qualunque ma un eroe eternamente legato al ricordo di quel gesto e della persona che ha salvato. Si percepisce il bisogno di Victor di alleviare i dolori delle persone anche quando in visita alla madre alla casa di cura finge di essere il fratello, il padre, lo sconosciuto che ha arrecato un danno alle ospiti un po' svitate del centro.
Nella narrazione si susseguono personaggi che la nostra società definirebbe deviati: dall'amico Denny, alla madre Ida Mancini. La sua follia anarchica e la sua tossicodipendenza, la portano a crescere il figlio tra una fuga di prigione e l'altra, convinta che i bambini siano l'oppio dei popoli, tenta di dare un'eduzione diversa a Victor e renderlo libero da quel futuro che accomuna tutti gli altri.
È merito suo se il lettore è colto, non solo dal colpo di scena, ma anche da quello scatto che cambia tutta la percezione delle lettura.
Ed è arrivato il momento di dire perché Soffocare non mi abbia colpito più di tanto. La lettura è stata quasi insopportabile a tratti soffocante: i fatti erano sempre gli stessi, non c'è stata alcuna evoluzione, il protagonista bloccato bloccava anche la narrazione. Solo nelle ultime venti pagine c'è stata la svolta. In poche frasi Palahniuk ci dà la chiave di lettura per tutto il romanzo: Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo decidere noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito. (pag 279)
Consigliato a … Chi ha una qualsiasi dipendenza
Sconsigliato a … Chi è troppo suscettibile
Note
Tutolo originale: Chocke
Editore: Mondadori
Anno: 2002
Il romanzo non è facile né dal punto di vista della scrittura né dal punto di vista degli argomenti trattati. Il protagonista Victor Mancini è un uomo bloccato: ha abbandonato gli studi di medicina, ha un lavoro denigrante e una madre in una casa di cura. Il tutto condito da una sessodipendenza che non riesce a superare. Con un linguaggio schietto e scabroso l'autore ci descrive la sessualità “malata” del protagonista lasciando ben poco all'immaginazione.
Victor non è solo questo, è anche una persona che ha bisogno di sentirsi amato, di sentirsi indispensabile per gli altri e lo si percepisce ogniqualvolta al ristorante si lascia soffocare. Prontamente un volenteroso arriva a salvargli la vita. È un dono che Victor gli fa affinché cambi vita e modo di vedere sé stesso, non più uno qualunque ma un eroe eternamente legato al ricordo di quel gesto e della persona che ha salvato. Si percepisce il bisogno di Victor di alleviare i dolori delle persone anche quando in visita alla madre alla casa di cura finge di essere il fratello, il padre, lo sconosciuto che ha arrecato un danno alle ospiti un po' svitate del centro.
Nella narrazione si susseguono personaggi che la nostra società definirebbe deviati: dall'amico Denny, alla madre Ida Mancini. La sua follia anarchica e la sua tossicodipendenza, la portano a crescere il figlio tra una fuga di prigione e l'altra, convinta che i bambini siano l'oppio dei popoli, tenta di dare un'eduzione diversa a Victor e renderlo libero da quel futuro che accomuna tutti gli altri.
È merito suo se il lettore è colto, non solo dal colpo di scena, ma anche da quello scatto che cambia tutta la percezione delle lettura.
Ed è arrivato il momento di dire perché Soffocare non mi abbia colpito più di tanto. La lettura è stata quasi insopportabile a tratti soffocante: i fatti erano sempre gli stessi, non c'è stata alcuna evoluzione, il protagonista bloccato bloccava anche la narrazione. Solo nelle ultime venti pagine c'è stata la svolta. In poche frasi Palahniuk ci dà la chiave di lettura per tutto il romanzo: Possiamo passare la vita a farci dire dal mondo cosa siamo. Sani di mente o pazzi. Stinchi di santo o sessodipendenti. Eroi o vittime. A lasciare che la storia ci spieghi se siamo buoni o cattivi. A lasciare che sia il passato a decidere il nostro futuro. Oppure possiamo decidere noi. E forse inventare qualcosa di meglio è proprio il nostro compito. (pag 279)
Consigliato a … Chi ha una qualsiasi dipendenza
Sconsigliato a … Chi è troppo suscettibile
Note
Tutolo originale: Chocke
Editore: Mondadori
Anno: 2002