Nella provincia biellese colpita dalla crisi due ragazzi tentano di uscirne, di realizzare le proprie vite costruendo un futuro in contrasto con il passato. Marina ha ventidue anni e due genitori alla deriva che l'han fatta crescere prima del previsto, il suo sogno è quello di diventare una cantante famosa scappare dalla provincia per trasferirsi nelle grandi città. Andrea è più grande, ha alle spalle una famiglia per bene che non accetta il suo desiderio di ristrutturare la cascina appartenuta al nonno per allevare delle mucche e aprire un'azienda casearia. Questi due ragazzi condividono molto di più, condividono una storia d'amore durata anni e dopo molto tempo la vita gli ha fatti rincontrare.
Quando ho iniziato il libro ero diffidente nei confronti dell'autrice (il suo primo romanzo Acciaio è abbandonato nella libreria da anni con un segnalibro alla pagina 96), quando l'ho finito ne ho avuto conferma: Silvia Avallone come scrittrice non mi piace. Tra i “giovani” scrittori italiani non è quella che segnalerei, il suo stile lento che a tratti vuole essere ambizioso, si ingolfa a causa di descrizioni assurde e banali (Il sangue lo stordiva: aveva un odore spietato, simile a quello del metallo o del fuoco), troppe per un romanzo che come il precedente tratta il tema della crisi, della periferia, delle persone abbandonate a sé.
Marina Bellezza non mi ha lasciato nulla, sono arrivata alla fine per “senso del dovere” nei confronti di #leggiAMOlo, fosse stato altrimenti lo avrei abbandonato nella libreria. Non si può leggere … Mentiva come il cielo di marzo. Mentiva come le stagioni calde, le acque, i boschi... Ma che vuol dire?
E la banalità … Chi nasce rotondo non muore quadrato... questo lo dice mio nonno.
Questo romanzo è un timido tentativo di raccontare il ritorno alle origine di un'Italia in crisi che sempre più scopre una spinta economica nella campagna, nel coltivare la materia prima, nella natura, nell'allevamento. Timido, in quanto la soap è talmente presente che ne soffoca la tematica sociale.
Consigliato a … Non saprei
Sconsigliato a … Chi vuole un buon esempio di scrittura
Note
Anno: 2013
Casa editrice: Rizzoli
Vado a leggere le recensioni di Valeria e Giovanna sperando che siano state più buone di me. L'appuntamento con #leggiAMOlo è rinnovato al mese prossimo con Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa, vi aspetto!
Quando ho iniziato il libro ero diffidente nei confronti dell'autrice (il suo primo romanzo Acciaio è abbandonato nella libreria da anni con un segnalibro alla pagina 96), quando l'ho finito ne ho avuto conferma: Silvia Avallone come scrittrice non mi piace. Tra i “giovani” scrittori italiani non è quella che segnalerei, il suo stile lento che a tratti vuole essere ambizioso, si ingolfa a causa di descrizioni assurde e banali (Il sangue lo stordiva: aveva un odore spietato, simile a quello del metallo o del fuoco), troppe per un romanzo che come il precedente tratta il tema della crisi, della periferia, delle persone abbandonate a sé.
Marina Bellezza non mi ha lasciato nulla, sono arrivata alla fine per “senso del dovere” nei confronti di #leggiAMOlo, fosse stato altrimenti lo avrei abbandonato nella libreria. Non si può leggere … Mentiva come il cielo di marzo. Mentiva come le stagioni calde, le acque, i boschi... Ma che vuol dire?
E la banalità … Chi nasce rotondo non muore quadrato... questo lo dice mio nonno.
Questo romanzo è un timido tentativo di raccontare il ritorno alle origine di un'Italia in crisi che sempre più scopre una spinta economica nella campagna, nel coltivare la materia prima, nella natura, nell'allevamento. Timido, in quanto la soap è talmente presente che ne soffoca la tematica sociale.
Consigliato a … Non saprei
Sconsigliato a … Chi vuole un buon esempio di scrittura
Note
Anno: 2013
Casa editrice: Rizzoli
Vado a leggere le recensioni di Valeria e Giovanna sperando che siano state più buone di me. L'appuntamento con #leggiAMOlo è rinnovato al mese prossimo con Affari di famiglia di Francesco Muzzopappa, vi aspetto!