“ Ogni giorno, col pensiero, Mattia inventa per sua madre nuove vite: lui che da lei è nato, lui che da lei è stato inventato, la fa costantemente rinascere perché possa continuare a esistere, almeno nell'invenzione. Perché sa bene che quando anche il padre non ci sarà più, e quando Mattia stesso non ci sarà più, nessuno potrà ricordare ciò che lei è stata. ”
Eccoci all'appuntamento mensile con #leggiAMOlo! Per chi ci ha seguito il mese scorso saprà che il libro scelto è L'Invenzione della madre di Marco Peano.
Di questo romanzo avevo letto i commenti positivi sui gruppi di lettura su Facebook, ne conoscevo la copertina a mio avviso molto accattivante (quelle delle case editrici indipendenti sono sempre interessanti, lo avete notato anche voi?), e la trama mi stuzzicava. Così l'ho proposto a Valeria e ha accettato.
L'invenzione della madre tratta un tema molto delicato: il rapporto tra un figlio e una madre. Non si limita a questo, però. La madre è una malata terminale e noi lettori seguiamo Mattia, il figlio, affrontarne la malattia e la morte. Il romanzo è suddiviso in tre ampi capitoli che scandiscono il tempo: l'anno prima, il mentre e l'anno dopo.
Mattia cerca vari escamotage per affrontare questo momento difficile. Uno di questi è il tentativo di rivivere in maniera analitica i momenti passati condivisi con la madre, perché ora ogni cosa bella è collegata alla madre. Ogni suo ricordo coincide con lei, come se non avesse vissuto un solo secondo felice in cui il pensiero di lei fosse lontano. E quell'esperienza diventa motivo d'ossessione. Lo vediamo, così, nel retrobottega accendere un vecchio registratore e assistere alla riproduzione di vecchi filmini di famiglia.
Più si avvicina il momento di dover dire addio alla madre, più il figlio cerca svariati modi per crearsi “scorte” di lei da utilizzare nella vita del dopo. Lo vediamo, così, tentare di capire in quanto tempo i palloncini, una volta gonfiati, si afflosciano. E se c'è un modo perché questo non accada. Osservando la madre respirare, gli era venuto in mente di riempire dei palloncini con il suo fiato, per poi tenerli da qualche parte come provviste per l'inverno.
Partecipiamo ai suoi ragionamenti, uno dei più toccanti è quello sulla parola mamma e sul suo suono, caratterizzato da quella lettera emme che è anche l'iniziale del suo nome e della parole morte. Madre e morte saranno per sempre in contatto, e chi le tiene insieme è proprio lui – le braccia tese e i pugni serrati per stringerle entrambe a sé.
Un romanzo toccante, lo definirei così. Il tema difficile è affrontato in punta di piedi, riportando una serie di immagini che ti colpiscono non in maniera banale solo al cuore, ma anche, in maniera meno diretta, alla testa. La scrittura coinvolge alternando i fatti a quei commenti, contenuti tra le parentesi, che permettono al lettore di interpretare gli avvenimenti.
Interessante come veniamo a conoscenza de la madre. Lei è un corpo malato, una figura importante, di cui non sapremo mai il nome, perché chiamarla per nome l'avrebbe identificata come persona, ma in questo romanzo lei è la madre di Mattia e come madre potrebbe essere la madre di chiunque.
Lei non è l'unica madre del libro. C'è anche la madre della madre, la nonna, che sopravvive alla morte del marito e delle due figlie. È un personaggio nascosto di cui non ne viene mai svelata apertamente la forza: la forza di un genitore difronte alla perdita del figlio.
Consigliato a … Tutti i figli.
Sconsigliato a … Chi è sensibile al tema della morte
Note
Anno: 2015
Secondo il programma radiofonico Fahrenheit di Radio3 è Libro dell'anno.
Ora è arrivato il momento di andare sul blog Robe da mamma a leggere il post di Valeria su L'invenzione della madre, sono curiosa di scoprire il suo sguardo su questo libro visto che lei mamma lo è (bis per di più!).
L'invito a partecipare a #leggiAMOlo è rinnovato per il prossimo mese con We are family di Fabio Bartolomei. Buona lettura!
Di questo romanzo avevo letto i commenti positivi sui gruppi di lettura su Facebook, ne conoscevo la copertina a mio avviso molto accattivante (quelle delle case editrici indipendenti sono sempre interessanti, lo avete notato anche voi?), e la trama mi stuzzicava. Così l'ho proposto a Valeria e ha accettato.
L'invenzione della madre tratta un tema molto delicato: il rapporto tra un figlio e una madre. Non si limita a questo, però. La madre è una malata terminale e noi lettori seguiamo Mattia, il figlio, affrontarne la malattia e la morte. Il romanzo è suddiviso in tre ampi capitoli che scandiscono il tempo: l'anno prima, il mentre e l'anno dopo.
Mattia cerca vari escamotage per affrontare questo momento difficile. Uno di questi è il tentativo di rivivere in maniera analitica i momenti passati condivisi con la madre, perché ora ogni cosa bella è collegata alla madre. Ogni suo ricordo coincide con lei, come se non avesse vissuto un solo secondo felice in cui il pensiero di lei fosse lontano. E quell'esperienza diventa motivo d'ossessione. Lo vediamo, così, nel retrobottega accendere un vecchio registratore e assistere alla riproduzione di vecchi filmini di famiglia.
Più si avvicina il momento di dover dire addio alla madre, più il figlio cerca svariati modi per crearsi “scorte” di lei da utilizzare nella vita del dopo. Lo vediamo, così, tentare di capire in quanto tempo i palloncini, una volta gonfiati, si afflosciano. E se c'è un modo perché questo non accada. Osservando la madre respirare, gli era venuto in mente di riempire dei palloncini con il suo fiato, per poi tenerli da qualche parte come provviste per l'inverno.
Partecipiamo ai suoi ragionamenti, uno dei più toccanti è quello sulla parola mamma e sul suo suono, caratterizzato da quella lettera emme che è anche l'iniziale del suo nome e della parole morte. Madre e morte saranno per sempre in contatto, e chi le tiene insieme è proprio lui – le braccia tese e i pugni serrati per stringerle entrambe a sé.
Un romanzo toccante, lo definirei così. Il tema difficile è affrontato in punta di piedi, riportando una serie di immagini che ti colpiscono non in maniera banale solo al cuore, ma anche, in maniera meno diretta, alla testa. La scrittura coinvolge alternando i fatti a quei commenti, contenuti tra le parentesi, che permettono al lettore di interpretare gli avvenimenti.
Interessante come veniamo a conoscenza de la madre. Lei è un corpo malato, una figura importante, di cui non sapremo mai il nome, perché chiamarla per nome l'avrebbe identificata come persona, ma in questo romanzo lei è la madre di Mattia e come madre potrebbe essere la madre di chiunque.
Lei non è l'unica madre del libro. C'è anche la madre della madre, la nonna, che sopravvive alla morte del marito e delle due figlie. È un personaggio nascosto di cui non ne viene mai svelata apertamente la forza: la forza di un genitore difronte alla perdita del figlio.
Consigliato a … Tutti i figli.
Sconsigliato a … Chi è sensibile al tema della morte
Note
Anno: 2015
Secondo il programma radiofonico Fahrenheit di Radio3 è Libro dell'anno.
Ora è arrivato il momento di andare sul blog Robe da mamma a leggere il post di Valeria su L'invenzione della madre, sono curiosa di scoprire il suo sguardo su questo libro visto che lei mamma lo è (bis per di più!).
L'invito a partecipare a #leggiAMOlo è rinnovato per il prossimo mese con We are family di Fabio Bartolomei. Buona lettura!