“...'Una malattia, Terry: la malattia più diffusa in assoluto, quella che più abbrevia la vita! Ma quale cancro, ma quale sclerosi multipla, ma quale AIDS. Se passi otto ore al giorno dentro un letto, vuol dire che il sonno ti accorcia la vita di un terzo! È come morire a cinquant'anni: e succede a tutti. È peggio di una semplice malattia: è un'epidemia! E nessuno di noi ne è immune, capisci. Nessuno di noi, tranne …' “ |
Gregory, Sarah, Veronica, Terry, Robert sono quattro ragazzi che, agli inizi degli anni '80, si ritrovano a convivere tra le mura di Ashdown, una vecchia residenza privata utilizzata dall'università per ospitare gli studenti. Dodici anni dopo Ashdown è ancora lì, tra le sue mura però non ospita più studenti ma i pazienti della clinica per i disturbi del sonno del Dottor Dudden. Dodici anni dopo ritroviamo anche alcuni di quei studenti, tra cui Terry, critico cinematografico affetto da anni da insonnia, e Sarah che finalmente è riuscita a dare un nome agli strani episodi avuti in gioventù: narcolessia.
Tra un salto temporale e l'altro si sveleranno le luci e le ombre dei rapporti dei quattro protagonisti e delle loro vite.
Il romanzo è molto vicino a essere ineccepibile, costruito quasi alla perfezione come un dolce d'alta pasticceria in cui ogni ingrediente è misurato con precisione, aggiunto al momento opportuno e lasciato a riposare quanto basta. Leggendo ci si rende conto di come ogni elemento non sia stato messo lungo le pagine in modo casuale ma con una ragione ben precisa: svelare i personaggi e le loro esistenze.
Inizialmente il filo rosso del libro sembra essere il sonno, un tema che ricorre non solo come disturbo di alcuni protagonisti, ma anche come ossessione di ricerca scientifica e come il libro, La casa del sonno, simbolo-custode dell'amore dei giovani studenti.
Proseguendo, il filo rosso del sonno si disperde, lasciando spazio a quello che in realtà succede a tutti: la vita. Una vita che, come un grande puzzle incompleto, a distanza di dodici anni inizia a ricomporsi, ritrovando i tasselli mancanti, tasselli che sembrano riportare a Robert (a mio avviso è il vero protagonista del romanzo).
Coe, in questo romanzo, ha la magistrale capacità di possedere la trama in ogni dettaglio, nulla gli sfugge e nulla è lasciato al caso. Tra le parole si sente la sua mano che guida le vite dei personaggi, si sostituisce al destino, o a una divinità, insinuando in noi il dubbio: e se anche le nostre vite non siano un puzzle che pezzo dopo pezzo stiamo risolvendo?
La vita del singolo sembra un ordito di vite: l'incontro con un'altra persona, con le sue fragilità, problematiche, ossessioni, ha un'influenza ben percettibile sull'esistenza dell'individuo. L'autore estremizza il legame di ogni fatto con uno precedente o con uno futuro, ma forse in piccola misura lo è anche la nostra vita quotidiana: un legame continuo con persone e azioni.
Dovrò leggere qualche altro titolo di Coe.
Consigliato a …
chi vuole leggere un libro ben scritto, non solo per chi vuole leggere qualcosa di buono ma anche per chi vuole avere un punto di riferimento per imparare a scrivere bene.
Sconsigliato a …
Nessuno, lo posso dire?
Note
Titolo originale: The House Of Sleep
Anno: 1997
Tra un salto temporale e l'altro si sveleranno le luci e le ombre dei rapporti dei quattro protagonisti e delle loro vite.
Il romanzo è molto vicino a essere ineccepibile, costruito quasi alla perfezione come un dolce d'alta pasticceria in cui ogni ingrediente è misurato con precisione, aggiunto al momento opportuno e lasciato a riposare quanto basta. Leggendo ci si rende conto di come ogni elemento non sia stato messo lungo le pagine in modo casuale ma con una ragione ben precisa: svelare i personaggi e le loro esistenze.
Inizialmente il filo rosso del libro sembra essere il sonno, un tema che ricorre non solo come disturbo di alcuni protagonisti, ma anche come ossessione di ricerca scientifica e come il libro, La casa del sonno, simbolo-custode dell'amore dei giovani studenti.
Proseguendo, il filo rosso del sonno si disperde, lasciando spazio a quello che in realtà succede a tutti: la vita. Una vita che, come un grande puzzle incompleto, a distanza di dodici anni inizia a ricomporsi, ritrovando i tasselli mancanti, tasselli che sembrano riportare a Robert (a mio avviso è il vero protagonista del romanzo).
Coe, in questo romanzo, ha la magistrale capacità di possedere la trama in ogni dettaglio, nulla gli sfugge e nulla è lasciato al caso. Tra le parole si sente la sua mano che guida le vite dei personaggi, si sostituisce al destino, o a una divinità, insinuando in noi il dubbio: e se anche le nostre vite non siano un puzzle che pezzo dopo pezzo stiamo risolvendo?
La vita del singolo sembra un ordito di vite: l'incontro con un'altra persona, con le sue fragilità, problematiche, ossessioni, ha un'influenza ben percettibile sull'esistenza dell'individuo. L'autore estremizza il legame di ogni fatto con uno precedente o con uno futuro, ma forse in piccola misura lo è anche la nostra vita quotidiana: un legame continuo con persone e azioni.
Dovrò leggere qualche altro titolo di Coe.
Consigliato a …
chi vuole leggere un libro ben scritto, non solo per chi vuole leggere qualcosa di buono ma anche per chi vuole avere un punto di riferimento per imparare a scrivere bene.
Sconsigliato a …
Nessuno, lo posso dire?
Note
Titolo originale: The House Of Sleep
Anno: 1997