Si udirono dei boati. Giorgio si fermò e guardò verso il fronte. Nuvole di fumo si innalzavano al cielo. Con il nuovo giorno l'artiglieria italiana aveva ripreso a bombardare i forti di Luserna e di Verle. L'assedio perdurava ormai da una settimana. Alla sua destra un uomo gli sorrise. I capelli neri arruffati delimitavano un volto dalla carnagione scura. Sorrideva non solo con le labbra e con gli occhi, ma con l'intero viso. Sorrideva sempre, nonostante in quel momento fosse stanco, indolenzito e sporco. Sorrideva nonostante a ventuno anni si trovasse tra le montagne di un'Italia del Nord a lui sconosciuta. Sorrideva anche quando si conobbero durante la marcia da Verona a Caldiero, uno spostamento verso est di una ventina di chilometri. |
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Cicatrici di Simona Gervasoni (racconto completo) |