"La gente si innamora del proprio dolore al punto che non riesce più ad abbandonarlo. Lo stesso vale per le storie che racconta. Siamo noi stessi a tenerci in trappola.
Ci sono storie che quando le racconti si consumano. Altre storie, invece... e Whittier indica i nostri corpi pelle e ossa."
Terzo round tra me e Palahniuk. Se la prima volta mi aveva steso immediatamente e la seconda mi aveva lasciato leggermente intontita, questa volta c'è voluto più tempo per mettermi k.o. Alla fine, però, c'è riuscito.
Il romanzo è una sorta di Decameron. Avete presente quei dieci ragazzi che, nel Trecento, si rifugiano fuori Firenze per scappare dall'epidemia di peste e che per passare il tempo si raccontano storie? Ecco. In Cavie succede la stessa cosa ma in una versione moderna, più grottesca e pulp. Questa volta il motivo della reclusione non è la peste ma un ritiro intensivo per aspiranti scrittori che vogliono scrivere la storia delle storie che li porterà alla fama (che si rivelerà fame).
Posso dire che questo libro è un mix tra l'opera di Boccaccio e Saw l'Enigmista, giusto per dare l'idea di quanto sia contorta la mente di Palahniuk e dei viaggi (malati) che fa fare a noi lettori. La scrittura è affilata come una lama. Non si preoccupa della forza dell'impatto sulla sensibilità del lettore, l'autore colpisce, colpisce, al punto che se non sei dello stato d'animo giusto questa strafottenza ti potrà anche infastidire al punto da decidere di voler abbandonare il libro. A me è successo, ma sono andata avanti, avanti, avanti, al punto che non potevo più farne a meno.
Palahaniuk non usa la violenza, la sessualità, il macabro in modo gratuito per catturare lettori e far parlar di sé. Usa questi ingredienti in modo consapevole per attirare l'attenzione accentuando aspetti disfunzionali della collettività e del singolo. È un romanzo ricco di spunti di riflessioni sulla società moderna, sulle sue assurdità, sulla sua violenza, ma non solo è anche un'analisi dell'animo umano, della sua continua ricerca di attenzione, di approvazione e di amore. E per arrivare allo scopo, il dolore, la sofferenza sono il passpartout immediato.
Consigliato a … Chi piace leggere tra le righe
Sconsigliato a … Chi è troppo sensibile alla violenza
Note
Titolo originale: Haunted
Anno: 2005
Editore: Mondadori
Il romanzo è una sorta di Decameron. Avete presente quei dieci ragazzi che, nel Trecento, si rifugiano fuori Firenze per scappare dall'epidemia di peste e che per passare il tempo si raccontano storie? Ecco. In Cavie succede la stessa cosa ma in una versione moderna, più grottesca e pulp. Questa volta il motivo della reclusione non è la peste ma un ritiro intensivo per aspiranti scrittori che vogliono scrivere la storia delle storie che li porterà alla fama (che si rivelerà fame).
Posso dire che questo libro è un mix tra l'opera di Boccaccio e Saw l'Enigmista, giusto per dare l'idea di quanto sia contorta la mente di Palahniuk e dei viaggi (malati) che fa fare a noi lettori. La scrittura è affilata come una lama. Non si preoccupa della forza dell'impatto sulla sensibilità del lettore, l'autore colpisce, colpisce, al punto che se non sei dello stato d'animo giusto questa strafottenza ti potrà anche infastidire al punto da decidere di voler abbandonare il libro. A me è successo, ma sono andata avanti, avanti, avanti, al punto che non potevo più farne a meno.
Palahaniuk non usa la violenza, la sessualità, il macabro in modo gratuito per catturare lettori e far parlar di sé. Usa questi ingredienti in modo consapevole per attirare l'attenzione accentuando aspetti disfunzionali della collettività e del singolo. È un romanzo ricco di spunti di riflessioni sulla società moderna, sulle sue assurdità, sulla sua violenza, ma non solo è anche un'analisi dell'animo umano, della sua continua ricerca di attenzione, di approvazione e di amore. E per arrivare allo scopo, il dolore, la sofferenza sono il passpartout immediato.
Consigliato a … Chi piace leggere tra le righe
Sconsigliato a … Chi è troppo sensibile alla violenza
Note
Titolo originale: Haunted
Anno: 2005
Editore: Mondadori